19 gennaio 2007

UNIONE EUROPEA: NESSUN OBBLIGO DI INDICAZIONE DI ORIGINE IN ETICHETTA

Riprendo integralmente una notizia diffusa in questi giorni e che ci deve far pensare su come i gruppi di interesse condizionano la politica, nascondendo dietro la libera concorrenza (che dovrebbe andare a vantaggio del consumatore finale) scopi che non vanno a vantaggio del consumatore finale. Sottolineo la parola "incitare", che paternalisticamente utilizzata dai giuristi UE sembra considerare i cittadini italiani del tutto incapaci di pensare con la propria testa e privi di alcuna obiettività. Solo 3 anni per bloccare una legge così e quasi 10 per bloccare un prodotto contraffato come il "parmisan"... c'è da pensare..
"L’Unione europea ha bocciato la legge che obbliga l’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima del prodotto alimentare. Il 17 novembre è scaduto il termine per l’Italia per abrogare la legge 204/2004: la normativa italiana in materia di origine delle merci non è in linea con l’articolo 28 del Trattato Ue e con la direttiva del 2000 relativa all’etichettatura dei prodotti alimentari. L’obbligo di “etichetta trasparente”, secondo l’Ue contrasta con le regole della concorrenza in quanto “incita il consumatore a preferire i prodotti italiani”, la provenienza della materia prima può essere indicata ma solo “qualora il consumatore possa essere indotto in errore circa l’origine del prodotto”.
Attualmente l’origine è obbligatoria per carni bovine e di pollame, pesce, prodotti ortofrutticoli, miele, latte fresco."