24 novembre 2005

Cari politici..ma siete sicuri di conoscere la borsa?

Si sente parlare con una certa enfasi da parte di alcuni leaders
(es. Bertinotti e Di Pietro) che è ora di colpire chi "stra-guadagna" in borsa e paga solo il 12,5% di tasse (il c.d. capital gain), mentre il povero lavoratore dipendente viene tassato in busta fino a quasi il 40%.
Letto così il discorso non farebbe una piega... ma caro Bertinotti..caro Di Pietro..
siete sicuri di sapere cos'è la borsa e chi vi investe?
Non erano forse lavoratori dipendenti molti degli azionisti presi da giochi di borsa tipo il concambio (scandaloso e che ha colpito 200.000 azionisti nel più colpevole silenzio) Seat-Tin.it, e poi le varie Parmalat, ecc?
Sono moltissimi i lavoratori dipendenti che diversificano i loro risparmi in investimenti anche di borsa, proprio per il fatto che in conto corrente oltre a non rendere (non parliamo dei titoli di Stato) ci perdono (viste le spese di tenuta conto e bolli). Inoltre è un investimento a rischio e se uno ha la fortuna di avere un piccolo profitto perchè dovrebbe cedere il 25% (come si propone) allo Stato che non rischia nulla invece? E se ci perdiamo?
Lo Stato ci defalcherà dalla denuncia redditi il 25% della perdita?
Se passa una proposta così fatta, l'Italia assisterà ad uno dei più rapidi e massicci disinvestimenti (italiani ed esteri) dall'azionario Italia a favore di altri Paesi o altre forme di investimento (magari di nuovo il mattone con un ulteriore aumento dei costi prima casa). Le aziende quotate perderanno valore e liquidità e non ritengo il Paese in questa fase ci guadagnerebbe poi tanto da sta "battaglia contro i ricchi".
Più saggio sarebbe tassare come si propone, chi detiene oltre una certa percentuale del pacchetto azionario, oppure la Golden Share (lo Stato), oppure la "Green Shoe" e mettere un limite a scalare sulla tassazione, ad es. chi ha investito fino a 80/100.000 EUR continua a pagare il 12,5%. In questo modo si terrebbe aperto il mercato e si lascerebbe anche al piccolo investitore il vantaggio di fare un pò di investimenti in titoli. Chi ha i soldi veramente investe cifre ben più elevate e dato che gli acquisti sono nominali, sono ben identificabili..
Che ne pensate?

23 novembre 2005

Quando il crimine si giustifica dietro la democrazia.

In questi giorni si parla molto del fosforo bianco, utilizzato dalle truppe USA in Iraq (e dagli altri eserciti in altri teatri di guerra).
E' solo un'altra delle atrocità che nascondono definizioni asettiche come "guerra preventiva", "ripristino della democrazia", "lotta al terrorismo". Aprire un dibattito sulla guerra non è lo scopo del mio post d’oggi.
Vorrei solo dare un paio di notizie e fare una breve riflessione.Che tale sostanza sia solo utilizzata per segnalazione, è ampiamente falso. Leggendo ad esempio al sito http://www.fas.org/man/dod-101/sys/land/m15.htm . Si vedrà come già dagli anni 80 almeno l'esercito USA indichi una granata (M15) al fosforo bianco come utilizzabile anche a scopi incendiari e contro le persone. Gli USA sono poi soliti "rinominare ogni arma" con nick names simpatici o ironici..Per chi legge l'inglese vedrà subito che una semplice granata sviluppa una temperatura attorno ai 2.760 gradi centigradi (5.000 F) nel raggio di 17 metri. Se colpiti bisogna immergersi nell'acqua ma appena si esce, le particelle riprendono la combustione.
Difficile affermare che tale sostanza serva a far luce e basta no?
Si giustificano massacri di civili come "male necessario" o "triste incidente di percorso" nel più elevato tentativo di restituire la democrazia ad un paese. C'è da chiedersi però se morire da civile per mano di un dittatore o di un occidentale di cui nemmeno si capisce la lingua e la cultura, possa essere visto come un'azione di democrazia dalla popolazione locale colpita da tanto terrore.
La guerra è sempre un fallimento e le ferite che lascia non aiuteranno la democrazia, che si sia sunniti, sciiti o sufi non ritengo ci si senta ispirati dalla democrazia, quando si guardano gli
occhi del proprio figlio morto bruciato vivo per mano del "liberatore" o chi che sia.
Personalmente come occidentale, non ho potuto trovare alcuna giustificazione a tanto scempio e a tanta scarsa considerazione della persona, nel principio del "male necessario".
Che ne pensate?

22 novembre 2005

Scusi prof.! Posso pensarla come voglio?

Dovrei aggiungere a quest'articolo un
sottotitolo: "Quando all'università esprimere il proprio parere
costa caro."
Alla fine di un corso di Politiche di pari opportunità che
ho frequentato costantemente e con interesse, mi sono visto
togliere due punti dal voto finale, per aver espresso una
opinione personale non condivisa dalla docente.
Premetto che la tesina d'esame non presentava alcuna
correzione, nè il mio parere era errato (ammesso dalla stessa
docente sotto il profilo razionale).
L'unica cosa era che l'osservazione fatta da un uomo (me)
era verso le donne. Nello specifico ritenevo che le donne
dovrebbero evitare fenomeni di mobbing donna/donna o donna/uomo
che dalle statistiche universitarie emergevano come prime
cause di blocco verso le donne stesse, in quanto era controproducente
al raggiungimento di posti di potere.
La docente si alterò dicendomi che le donne hanno lo stesso diritto
di farlo dell'uomo contro uomo. Io risposi che certo hanno diritto,
ma che parlavo sotto un profilo di mera strategia.
Infatti, l'uomo lo fa pure, ma "giocando" sul 90% dei posti di potere,mentre le donne sul 10% e così facendo arriveranno ad ancora meno.
Insomma 2 punti in meno per questo.
Ma se l'avesse detto una donna invece di me, avrebbe potuto essere
fatta la stessa osservazione da parte della docente?
A voi l'ardua sentenza, e a me due riflessioni:
1) Università è luogo di democrazia ed espressione?
2) La docente ha voluto così fare contro me un'azione di diritto
esercitando da donna un potere ai danni di un uomo?
3) Una ragazza dopo di me ha espresso un'opinione personale e la docente l'ha condivisa ed ha aumentato di un voto il suo giudizio finale.
Mah! Per diritto di cronaca presi 28, quindi non mi lamento, ritengo
però che all'Università ci sia di che riflettere sul modo di
far crescere lo spirito critico. Chi era con me si guarderà bene
dall'esprimere opinioni contrastanti con i docenti, in futuro.
Dite la vostra!

08 novembre 2005

Chi di spada ferisce, di spada perisce.

Leggendo i motivi che hanno fatto abbandonare il programma Mediaset da Bonolis, ho pensato "Chi di spada ferisce, di spada perisce".
Il motivo base del suo abbandono è l'offesa, azione che di solito, come pure in questo caso dato che proprio durante la trasmissione di domenica il conduttore si era lasciato andare a dichiarazioni pesanti soprattutto nei confronti del capo della redazione sportiva di Mediaset, Ettore Rognoni, da lui soprannominato "Er Penombra", è partita da lui. Bonolis comunque non è nuovo a questo. Chi ricorda le precedenti sue trasmissioni RAI come "Affari tuoi" ricorderà che ogni concorrente veniva "scherzosamente" offeso. Bonolis cercava sempre di ironizzare sui loro difetti fisici o psicologici o di abbigliamento..Non risparmiava nemmeno il notaio che non gradiva molto e anzi si offese. Pupo ha dimostrato che si può fare ascolto anche senza offendere nessuno e pure il notaio sembra gradire.
Forse Bonolis dovrebbe riflettere su questo aspetto del suo modo di fare televisione, dato che si ritiene (nonostante le frasi di circostanza) di fatto una persona sopra la media.
Ad ogni modo PADOVA ne guadagna. Infatti poche ore dopo, l'addio definitivo di Bonolis a "Serie A", sarà ora presentato da Monica Vanali, già co-conduttrice del programma che per chi non lo sapesse è una padovana (me la ricordo quando andava al mattino a lavorare a piedi al Cash & Carry) che per molti anni ha lavorato duro e ora ha la sua grande occasione.
Forza Monica!
Scendi dal piedistallo Paolo!

02 novembre 2005

Mondo del lavoro ed evoluzione dei settori produttivi.

Una statistica sull'occupazione negli USA recentemente pubblicata sull'Economist
ha messo in evidenza come gli occupati nel settore manifatturiero siano solamente
il 10% del totale. Il dato ha di che sorprendere la vecchia Europa, ma non tanto i
cittadini statunitensi, che questo processo l'hanno vissuto sulla loro pelle e che
già da anni sono abituati a comperare prodotti "made in China" per la maggior
parte. Ma come? Proprio gli americani contribuiscono a fare ricchi i nemici comunisti?
Eh già.. perchè le cose non stanno poi così come si sa. E poi in realtà gli USA fanno
ricchi sè stessi. Infatti la produzione è in Cina, ma i capitali sono USA e il prodotto
finito più economico anche per il consumatore (la qualità è un fattore opinabile e
che varia da prodotto a prodotto).
Quello che può essere utile trarre come strategia politica sull'occupazione da questo
dato è a mio avviso il fatto che in Europa e ancor più in Italia, si fanno guerriglie urbane
per proteggere lavori che sono ormai chiaramente destinati a scomparire dai territori
dei paesi più avanzati. Sarebbe meglio invece fornire garanzie sociali per chi è
attualmente occupato in quei settori e in base alle fasce d'età permettergli di arrivare a
fine carriera o formarlo per introdursi (da occupato) in settori con maggiore futuro.
Inoltre sarebbe il caso di indirizzare meglio gli studenti verso i settori a maggiore
probabilità di occupazione e i non studenti a cercare di studiare se non altro una
specializzazione professionale che consenta loro di avere stabilità e certezza economiche.
Invece mi pare proprio che lo scenario politico (che continua ad ignorare l'importante
rapporto SAPIR) preferisca occupare gli spazi mediatici con argomenti di basso livello
forse per coprire le vere lacune programmatiche che contraddistinguono entrambi gli
schieramenti (molte affermazioni generali prive di struttura organica).
Dite la vostra!