02 novembre 2005

Mondo del lavoro ed evoluzione dei settori produttivi.

Una statistica sull'occupazione negli USA recentemente pubblicata sull'Economist
ha messo in evidenza come gli occupati nel settore manifatturiero siano solamente
il 10% del totale. Il dato ha di che sorprendere la vecchia Europa, ma non tanto i
cittadini statunitensi, che questo processo l'hanno vissuto sulla loro pelle e che
già da anni sono abituati a comperare prodotti "made in China" per la maggior
parte. Ma come? Proprio gli americani contribuiscono a fare ricchi i nemici comunisti?
Eh già.. perchè le cose non stanno poi così come si sa. E poi in realtà gli USA fanno
ricchi sè stessi. Infatti la produzione è in Cina, ma i capitali sono USA e il prodotto
finito più economico anche per il consumatore (la qualità è un fattore opinabile e
che varia da prodotto a prodotto).
Quello che può essere utile trarre come strategia politica sull'occupazione da questo
dato è a mio avviso il fatto che in Europa e ancor più in Italia, si fanno guerriglie urbane
per proteggere lavori che sono ormai chiaramente destinati a scomparire dai territori
dei paesi più avanzati. Sarebbe meglio invece fornire garanzie sociali per chi è
attualmente occupato in quei settori e in base alle fasce d'età permettergli di arrivare a
fine carriera o formarlo per introdursi (da occupato) in settori con maggiore futuro.
Inoltre sarebbe il caso di indirizzare meglio gli studenti verso i settori a maggiore
probabilità di occupazione e i non studenti a cercare di studiare se non altro una
specializzazione professionale che consenta loro di avere stabilità e certezza economiche.
Invece mi pare proprio che lo scenario politico (che continua ad ignorare l'importante
rapporto SAPIR) preferisca occupare gli spazi mediatici con argomenti di basso livello
forse per coprire le vere lacune programmatiche che contraddistinguono entrambi gli
schieramenti (molte affermazioni generali prive di struttura organica).
Dite la vostra!

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