02 maggio 2007

Donne in attesa tutte depresse per le case farmaceutiche

Incredibile ma vero, nonostante gli attacchi del connazionale Grillo e vari siti di protesta nel mondo, le case farmaceutiche non si fermano davanti a nulla pur d'aumentare i fatturati.
La novità di questi giorni è il tentativo in alcuni casi riuscito, da parte di case farmaceutiche di far passare per "scientificamente provato" che tutte le donne in attesa o in post-parto sono depresse o a rischio di gravi depressioni.
La cosa non si ferma nemmeno davanti a casi di donne che convinte/costrette a prendere farmaci in fase di gravidanza hanno poi partorito figli con disturbi causati dai farmaci stessi.
Anzi! Vengono convinte sempre più donne, specialmente negli U.S.A. a sottoporsi a cure con antidepressivi fino al compimento del primo anno d'età del bambino.
Questo progetto scellerato si lega bene a quanto scrissi il 14 marzo 2006 http://scipolpd.blogspot.com/2006/03/bambini-infelici-e-business.html

Addirittura nello Stato dell'Illinois c'è la probabilità che questa pratica diventi legge attraverso il "Postpartum Mood Disorders Prevention Act" introdotto nel Febbraio 2007 anche sotto le pressioni di potenti ospedali locali che addirittura arrivarono a dichiarare pubblicamente che "ogni donna che sia in attesa o pensi di avere un figlio nel futuro o lo abbia già avuto nel passato può essere affetta da disturbi dell'umore o depressioni."
Elencano poi una serie di cause che potrebbe avere qualunque individuo con una giornata storta.
Addirittura si elencano correlazioni con questi stati d'animo ed emorragie uterine, osteoporosi, problemi sessuali, disfunzioni d'ogni genere.
Insomma le cause farmaceutiche non si fermano davanti a nulla pur di far soldi!
Per chi conosce l'inglese, un esempio degli effetti di questi farmaci sui nascituri:
http://paxilbirthdefectlawsuit.com/index.html