24 marzo 2006

Violazione diritti umani - UE e USA - dietro le quinte

Riporto un appello che ricevo da Gianni Minà oggi e che ritengo utile leggiate:
Questo appello, per iniziativa di un gruppo di intellettuali latinoamericani, al quale hanno già aderito più di mille personalità della cultura e della società civile in tutto il mondo, fra cui molte degli Stati Uniti, è un documento per ricordare a molti giornalisti occidentali e ai media nei quali lavorano qual è la realtà che ha costretto l'Onu a riformare la Commissione per i diritti umani una volta di stanza a Ginevra. Gli Stati Uniti, preso atto dell'impossibilità di ridurre, come volevano, la composizione della nuova commissione a soli 30 paesi con l'obbligo dei 2/3 dei voti per entrarvi, hanno alla fine votato contro la riforma, sancita da 170 paesi e respinta solo da Stati Uniti stessi, Israele, Isole Marshall e isole Palau, dove, come si sa, ci sono due enormi basi militari nordamericane.
Condoleeza Rice ha dichiarato che comunque il suo paese collaborerà con le altre nazioni, nonostante gli Stati Uniti pagheranno molto meno per il nuovo organismo.
In questo appello c'è la spiegazione delle ragioni della scelta fatta da Washington e anche dell'impulso deciso dal Dipartimento di stato nelle strategie portate avanti dal Ned (National Endowment for Democracy) l'agenzia di propaganda della Cia incaricata di preparare e convincere le opinioni pubbliche di tanti paesi del mondo ad accettare le scelte anche quelle più spericolate nell'agenda dell'amministrazione Bush. Uno delle prime decisioni era quella di stravolgere e condizionare ancor più di prima la Commisione diritti umani dell'Onu. Per ora l'operazione non è riuscita, ma non è detto che non riesca in un prossimo futuro.
La redazione di Latinoamerica
FERMIAMO L’IPOCRISIA SUL TEMA DEI DIRITTI UMANI
In coincidenza con la diffusioni di nuove immagini di torture inflitte da militari statunitensi a prigionieri iracheni, il prossimo 20 marzo inizierà a Ginevra il 62° periodo di sessioni della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU.
Gli Stati Uniti ed i loro alleati dell’Unione Europea hanno impedito ripetutamente a tale Commissione di pronunciarsi contro le massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani promosse in nome della cosiddetta guerra contro il terrorismo.
I governi dell’Unione Europea si sono rifiutati di riconoscere le testimonianze e le prove presentate da cittadini dei loro stessi paesi che hanno patito diverse forme di tortura nella base navale di Guantanamo. Hanno permesso, inoltre, il transito di aerei della CIA che trasferivano prigionieri verso centri illegali di detenzione nella stessa Europa e in altre regioni.
I firmatari del presente documento chiamano gli intellettuali, gli artisti, gli attivisti sociali e gli uomini e le donne di buona volontà ad unirsi alla loro richiesta: la Commissione dei Diritti Umani, od il Consiglio che la sostituirà, deve esigere la chiusura immediata dei centri di detenzione arbitraria creati dagli Stati Uniti e la cessazione di tutte queste flagranti violazioni della dignità umana.
Marzo 2006
L’appello ha ottenuto sin ora più di mille adesioni, fra cui:
Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchú (Premi Nobel per la Pace), José Saramago, Nadine Gordimer, Dario Fo, Harold Pinter e Wole Soyinka, (Premi Nobel per la Letteratura), Ramsey Clark (ex Ministro della giustizia degli Stati Uniti), Luis Sepúlveda, Eduardo Galeano, Tariq Alì (scrittori), Frei Betto, Leonardo Boff, Ernesto Cardenal, Francois Houtart, e Giulio Girardi (teologi), Blanca Chancosa (leader indigena), Mario Benedetti, Roberto Fernandez Retamar e Pablo Armando Fernández, (poeti), Oscar Niemeyer (architetto), James Petras (filosofo ex membro del Tribunale Bertrand Russel), Harry Belafonte, Danny Glover e Gerard Depardieu (attori), Walter Salles, Fernando Pino Solanas, Ettore Scola e Julio Garcia Espinoza (registi cinematografici) Gianni Vattimo (filosofo), Luciana Castellina, Gianni Miná, Alessandra Riccio, Ignacio Ramonet e Ramon Chao (giornalisti e scrittori), Danielle Mitterrand e Joao Pedro Stedile (attivisti sociali), Fabio Marcelli (dei Giuristi Democratici), Roberto Foresti (presidente Ass.ne di Amicizia Italia – Cuba), Leo Brower (musicista), Daniel Viglietti, Pablo Milanes, Silvio Rodriguez e Manu Chao (cantautori), Miguel Bonasso, Susan George, Almudena Grandes e Hernando Calvo Ospina (scrittori) Emir Sader, Pablo González Casanova, Samir Amin (sociologi) Alfonso Sastre (drammaturgo), Howard Zinn, Piero Gleijeses e Luciano Vasapollo (docenti universitari) Saul Landau, Salim Lamrani e Gennaro Carotenuto (ricercatori universitari), Jorge Enrique Adoum, Adolfo Sánchez Vázquez, Volodia Teitelboim, Atilio Borón, Theotonio dos Santos, Alice e Lucius Walker, James Cockcroft, Jorge Sanjinés, Pedro Guerra, Domenico Iervolino, Setsuko Ono, Jean Marie Binoche, Tristán Bauer, Alfonso Bauer

Per adesioni:
www.derechos-humanos.com
www.derechos-humanos.info
www.droits-humains.info
www.hhrr.info

e.mail: derechoshumanos@derechos-humanos.com

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra che qui sorga il classico dilemma dell'ONU.
Per funzionare deve basarsi su una forza vincolante ma questa è necessariamente una forza statale. E per garantirne la democraticità non può basarsi su una legittimazione diretta del popolo.
E' evidente che nel tanto decantato mondo multipolare nessuno dei poli concorrenti agli USA, cioè UE/CINA/INDIA/ecc., creerà mai un precedente che permetta un'accusa del genere. La funzione attuale dell'Onu è il mantenimento di una divisione fra Stati di varia potenza in cui quelli al vertice cercano di fermare le agitazioni degli Stati minori.

Anonimo ha detto...

good start