22 settembre 2005

URAGANI AFRICANI E AIUTI EUROPEI AGLI USA

Che sia il nuovo tipo di rivolta dei paesi sfruttati contro la più grande superpotenza ad oggi di fatto esistente?
Che sia biblicamente parlando la "punizione divina" per i peccati commessi da una nazione che invoca Dio nelle sue banconote e nei discorsi del Presidente, ma poi non paga l'ONU e costringe i paesi poveri a votare a favore pena il taglio dei finanziamenti vitali al loro bilancio?
Che sia infine la natura che intelligentemente si ribella contro la nazione più inquinante di questo pianeta?
Non si può dire..ad ognuno il suo punto di vista.. certe però sono alcune cose..
Gli uragani, per chi non lo sapesse, iniziano a formarsi proprio dalle coste dell'Eritrea, attraversano i deserti e si trasformano nella caratteristica forma solo nell'oceano..
Perchè così potenti ora? Perchè il surriscaldamento del pianeta rende la temperatura dell'Atlantico più elevata e questo funge da "motore" per le correnti degli uragani.
Tra i maggiori responsabili del surriscaldamento sono gli USA con le loro emissioni e le loro politiche ambientali.
Per la prima volta da forse sempre nella storia degli USA, il presidente ha dovuto chiedere aiuti umanitari all'Europa.. un'inversione di tendenza storica se pur limitata nella dimensione..
In questi giorni ho sentito molti studenti esprimere opinioni discordanti su cosa dovremmo fare come europei. Essenzialmente si delineano due posizioni:
A) Lasciarli pagare la pena che si meritano e mandare nulla.
B) Dimostrarsi "migliori di loro" e aiutare le popolazioni bisognose nelle zone colpite.

Io mi schiero nella seconda, non tanto per sentimenti filoamericani (bisogna sembre distinguere la politica estera di un paese, dai cittadini che vi abitano), ma perchè il fatto che un cittadino americano riceva aiuti che non provengono dal suo governo, ma sono distribuiti sul suo territorio, provocherà un piccolo ma certo cambiamento di mentalità nei confronti di ciò che sta fuori i sicurissimi (non poi tanto si stanno accorgendo) confini nazionali.
Se io fossi la UE manderei tanti di quegli aiuti che il piano Marshall scomparirebbe nell'ombra dei testi di storia. In alcuni cittadini "ottusi" USA curarsi con un medicinale italiano, piuttosto che dormire tra coperte danesi, avrebbe l'effetto di farli sentire "dall'altra parte della barricata" o almeno di farli riflettere su come si sta quando qualcuno che prima si credeva invincibile ora invece è vinto.
Negli USA c'è una strisciante filosofia di vita basata sul sogno americano che divide di fatto le persone in due categorie: i "winners" e i "losers". Questo etichettamento comincia già dall'infanzia e prosegue, salvo i momenti di delirio nazionale al grido "Unite we stand" per tutta la loro vita scolastica, professionale, sociale.
L'Europa ha ora un grande ruolo, far capire che un giorno si è "winners" e un giorno "losers" e che per tanto il modo migliore di fare politica estera, non è quello di invadere (militarmente, finanziariamente, culturalmente, commercialmente, economicamente) il mondo per poi "concedere", bensì coesistere imparando ad aumentare il livello di vita di chi si rappresenta con responsabilità "globale" e cooperazione. Forse allora anche l'ONU (salvo dei nuovi Reagan) potrà essere visto dagli USA come lo strumento internazionale per il dialogo e la pace davvero.
Dite la vostra!
Ciao!

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